Abu Mazen da Mattarella: “Israele riconosca la Palestina, continuano i crimini contro la nostra gente disarmata”

Il presidente Anp al Quirinale
“Li abbiamo riconosciuti nell’88 e nel ‘93: adesso tocca a loro”. Intanto Trump lancia il piano per la “stabilizzazione”: a Gaza 20mila soldati
Ventimila soldati per stabilizzare Gaza. Il progetto di risoluzione per Gaza, presentato dagli Usa al consiglio di sicurezza Onu e visionato da Reuters, autorizzerebbe un’Amministrazione transitoria di governance chiamata Board of Peace a istituire una Forza Internazionale di Stabilizzazione temporanea di circa 20mila soldati, che potrebbe “usare tutte le misure necessarie” — un’espressione che indica l’uso della forza — per portare a termine il proprio mandato.
La Forza Internazionale di Stabilizzazione temporanea sarebbe autorizzata a proteggere i civili e le operazioni umanitarie, lavorare per la sicurezza delle aree di confine con Israele ed Egitto e con una “nuova forza di polizia palestinese addestrata e selezionata”. Essa stabilizzerebbe la sicurezza a Gaza garantendo “il processo di smilitarizzazione della Striscia di Gaza, inclusa la distruzione e la prevenzione della ricostruzione delle infrastrutture militari, terroristiche e offensive, nonché la disattivazione permanente delle armi detenute dai gruppi armati non statali”. Il funzionario ha detto che il progetto di risoluzione Onu dà a questa forza di stabilizzazione l’autorità di disarmare i militanti palestinesi di Hamas, ma che gli Stati Uniti si aspettano comunque che Hamas “rispetti la sua parte dell’accordo” e consegni le armi. Washington assicura di aver già ottenuto il sostegno di Egitto, Qatar, Arabia Saudita, Turchia ed Emirati Arabi Uniti, ma affinché la risoluzione sia approvata servono almeno nove voti favorevoli e nessun veto dei membri permanenti: Russia, Cina, Francia e Regno Unito, oltre agli Stati Uniti.
L’inviato speciale statunitense Steve Witkoff ha dichiarato che i rappresentanti di Hamas gli avrebbero assicurato, durante il “famoso incontro” del 9 ottobre con lui e Jared Kushner poche ore prima della firma del cessate il fuoco, l’intenzione di disarmare. “Spero che mantengano la parola, perché se lo faranno capiranno che il piano di sviluppo che abbiamo in mente per Gaza è davvero straordinario – molto meglio di quanto sia mai stato discusso prima”, ha affermato Witkoff. L’inviato speciale ha spiegato che Washington sta “mettendo in piedi un processo per liberarsi delle armi – un programma di smilitarizzazione e amnistia”, precisando che “Hamas ha sempre detto che avremo bisogno di una forza di sicurezza internazionale a cui consegnare le armi”.
La Palestina passa anche per Roma. «Siamo contrari alla guerra, all’odio, al terrorismo. Vogliamo vivere in un nostro stato accanto a Israele che abbiamo riconosciuto nell’88 e nel ‘93, con gli accordi di Oslo, come Stato e come territorio, ora anche Israele deve riconoscere a sua volta il nostro Stato e il nostro territorio». Lo ha detto il presidente palestinese Abu Mazen nel colloquio al Quirinale con il presidente Mattarella. Israele, che ha spesso accusato i Paesi arabi perché, da alcuni, non viene riconosciuto come Stato, continua a mantenere la linea di non voler riconoscere lo Stato palestinese. E anzi, come in Cisgiordania, continua la sua azione di occupazione e annessione (ormai dal 1967) con un incremento di violenza da parte dei coloni e dell’esercito negli ultimi anni. «Una volta che avremo raggiunto la pace, parleremo con tutti i paesi arabi perché riconoscano lo stato di Palestina», ha aggiunto Abu Mazen. In merito all’escalation israeliana in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, il presidente palestinese ha evidenziato «la continuazione degli insediamenti e dei crimini dei coloni contro il nostro popolo disarmato, i tentativi di annessione e gli attacchi ai luoghi santi islamici e cristiani».
«Per la repubblica italiana è un grande piacere averla qui a Roma confermando la grande amicizia che lega Palestina e Italia». Così il capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando al Quirinale il presidente palestinese. «L’Autorità nazionale palestinese è un interlocutore assolutamente fondamentale per l’Italia e la Comunità internazionale, in questo periodo in maniera particolarmente intensa», ha aggiunto “Occorre procedere con grande concretezza per gli aiuti umanitari e la ricostruzione di Gaza e verso la creazione di due Stati nella regione. Questi obiettivi passano attraverso il disarmo di Hamas e il forte coinvolgimento dei Paesi arabi”, ha rimarcato Mattarella. “Dobbiamo eliminare tutti quegli ostacoli che si frappongono alla soluzione dei due Stati due popoli”, ha aggiunto il capo dello Stato. Parole molto apprezzate da Abu Mazen, confidano a l’Unità fonti palestinesi al seguito del leader dell’Anp. Dal Quirinale a Palazzo Chigi, dove Abu Mazen ha incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tra gli impegni declinati da Meloni non c’è quello più atteso: l’annuncio del riconoscimento dello Stato palestinese.
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